RevoltIstanbul 08-07-2013
Stamattina alle 12 doveva esserci la “riapertura” di Gezi park, con la presenza davanti alle telecamere di tutto il mondo del sindaco e del prefetto di Istanbul. Una riapertura molto particolare dal momento che l’accesso al parco era riservato ai soli giornalisti e poche persone atte a presenziare come comparse: figurine silenziose in un contesto privo di vita, rispetto a quello che era il parco un mese fa. Due facce di due Istanbul diverse: una città che vorrebbe rinascere attraverso l’aggregazione e l’autorganizzazione e quella che nasconde i problemi sotto zolle di prato inglese sistemato il giorno prima, decorato con delle aiuole: esteticamente molto ordinato e pulito, ma privo di quella vita e quella storia che il parco rappresenta per questa città. Nel pomeriggio le stesse anime che da più di un mese si sono confrontate in questo vasto esperimento di autogestione che comprende ultras delle 3 squadre di calcio della città come i lavoratori in lotta dei sindacati, le forze extraparlamentari, gli studenti, i movimenti LGBTQ, le minoranze etniche curde e armene, forze laiche che non si sentono rappresentate da un governo filo-islamico e singolarità di ogni genere hanno deciso di ritrovarsi dopo giornate di incontri-dibattito quotidiani nei principali parchi della città, per partecipare a questa giornata di riapertura del parco. Trovarsi la polizia schedata difronte a impedire il passaggio sulla grande via commerciale Istiklasi, non e stata una sorpresa, dal momento che il governo ha vietato ogni raduno non autorizzato: sono così a breve partiti i consueti lanci di lacrimogeni verso la folla e i toma si sono fiondati più volte sparando con gli idranti misti a sostanze urticanti. Il bilancio attorno alle 10 era abbastanza pesante: si contavano una ottantina di arresti, molti i feriti, di cui è spesso difficile dare un numero preciso e si sono riportati episodi ancora più gravi come il ritrovamento di proiettili! e non di gomma!!! Ma se c’e’ una caratteristica di questo movimento e’ la resistenza anche nelle condizioni più’ repressive: verso le 23 infatti, circa 400 persone riuscivano ad entrare al parco, mentre al centro della via Istiklal una barricata continuava a bruciare.